Questa assurdità sembra presto sfatata: nell'ipotesi che i simboli siano semplicemente contenitori (d'origine umana) di proiezioni altrettanto umane parrebbe assai più fruttuoso ritirare le proprie proiezioni da esse e lavorare direttamente con le proprie forze. Invece di continuare a proiettare su simboli (che in quest'ipotesi si equivarrebbero tutti), si tratterebbe di integrare nella propria personalità la consapevolezza (e l'energia ad essa legata) delle grandissime potenzialità che tutti abbiamo, indipendentemente da qualsivoglia simbolo. Anche nell’ipotesi che vede i simboli Reiki come ponti di connessione con altri piani dell'esistenza, ogni discussione sulla loro diffusione è priva di fondamento, così come ogni controversia sulle loro differenti rappresentazioni grafiche.
La forma corretta dei simboli, il nostro grado personale di consapevolezza, il nostro intento e, soprattutto, la risonanza con essi sono decisivi al fine di realizzare un corretto e responsabile collegamento con l'Energia Vitale.
Il fatto che essi vengano visti (o che ne vengano pronunciati i mantra) da individui «non-armonizzati» al Reiki, ma che comunque tentino di usarli, non può pregiudicarli in alcun modo. Essi sono "al di là" di ogni annacquamento o contaminazione, in quanto solo attraverso la risonanza con essi possiamo condividerne le peculiarità energetiche.